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L’esordio del giovane cantautore leccese Ritmi che si ispirano alla world music per un brano dedicato ai paradossi. È beato chi non si pone uno scrupolo privandosi di ogni responsabilità, è beato chi vive avvolto nel proprio materialismo perché non è obbligato a sentirsi in debito con qualcuno, è beato chi riesce sempre a cavarsela sopravvivendo a ogni situazione, stando al ritmo della frenesia contemporanea.
«Ho voluto racchiudere questi pensieri mescolandoli con delle sonorità marcate e fluide, come a creare un intruglio di emozioni, a partire dalla batteria dal carattere deciso con un ritmo molto coinvolgente, per arrivare alle trombe, strumento fondamentale per donare un tocco di spensieratezza e leggerezza.» Giulio Spagnolo “Beato chi” è anche la title track dell’album d’esordio del cantautore leccese, un disco che affronta due tematiche fondamentali, il viaggio e il confronto, attraverso il racconto di diverse figure agli opposti. Giulio si affaccia nel mondo della musica fin da bambino. All'età di quattro anni gli viene presentato il disco di un grande cantautore della musica italiana, Fabrizio De André, un disco che ascolta ripetutamente per un anno e mezzo. Durante l'infanzia e fin dalle prime scuole, inizia ad arricchire il suo bagaglio musicale con tanti altri grandi artisti che la madre gli propone e non riuscendo a staccarsi dall'ascolto continuo, qualcuno in famiglia capisce che la musica sarebbe stata la sua vita. Studia percussioni presso alcune scuole e accademie di batteria nella provincia di Lecce e inizia a suonare con le prime cover band nei bar, nelle piazze, nei festival e partecipando a registrazioni per altri dischi. Dopo un periodo di silenzio e di ricerca, scrive il suo primo inedito "Dio e l'uomo" e ora è pronto a promuovere il suo primo disco. Etichetta: iMD-Giulio Spagnolo https://www.facebook.com/profile.php?id=100000247940337 YOUTUBE https://www.youtube.com/channel/UCo2HiuFoolzPCuntFdjbuVQ https://www.instagram.com/giulio.spagnolo/ SPOTIFY https://open.spotify.com/track/2zyPTHg9qSiXzGVjA7BTuK?si=20dd94f1c4044596 l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected]
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Il giovane artista continua a produrre singoli dal forte impatto emotivo “High For Free” è nato da un riff sul pianoforte che l’artista aveva in mente da tempo. È stato completato quando “Train of Silence” fu registrata. Il brano ha un senso molto metaforico e con un suono diverso dagli altri brani, sottolineandone l’importanza. L’espressiva voce di Be Klaire dona a questa intensa ed intima ballad una verve d’altri tempi mantenendo originalità e profonda passione. Una canzone dal forte impatto emotivo che conferma una maturità compositiva ed espressiva già ampiamente notata dall’ascolto dei singoli precedenti del giovane artista.
“Be Klaire” ha 16 anni e si diverte raccontando le sue “avventure” attraverso le canzoni. Il primo capitolo del suo percorso artistico è “People’s Eyes”, pubblicato nel dicembre 2020, continuando con “Free Me Now” nel luglio 2021 e “Train of Silence” nell’agosto 2022 e attualmente in promozione nazionale con il nuovo singolo “High For Free” distribuito sui principali Digital Store e nelle radio italiane. I suoi gusti musicali spaziano da Lady Gaga, passando per Lana Del Rey fino ad arrivare a Marilyn Manson, portandolo così a sperimentare più suoni possibili. Be Klaire ha molti progetti futuri e vi invita a seguirlo sui suoi canali social e nelle sue performance live per scoprirli. https://www.facebook.com/Be-Klaire-106280394155607 https://www.facebook.com/be.klaire https://www.instagram.com/beklaire_/ SPOTIFY https://open.spotify.com/artist/1oJ0XJYdHW06sYFPW66ehd?si=z8LtYfP2T8KqqnYjuI0e5A Il nuovo progetto del cantautore umbro-siculo Un brano in cui coesistono passato e presente, sonorità acustiche e digitali e la dolce malinconia dell’autunno. Una canzone nata l’autunno di circa un anno fa che racconta proprio di un autunno. Settimane fredde, fatte di viaggi a Londra, di foto con gli occhi chiusi, di sbronze, di cancelli scavalcati e di lontananza, orgoglio e incomprensioni. Un rapporto irrequieto che lascia progressivamente posto ad una complicità autentica e a quella intimità che solo una coppia può vivere. «E se qualcuno ci sente poi?»
Gli archi scaldano le atmosfere autunnali, cercando di conciliare le diverse anime sonore del cantautorato italiano. «SE QUALCUNO CI SENTE POI è il primo singolo di un progetto più ampio che culminerà con l’uscita di un disco "troppo" romantico. Le sonorità del progetto sono il frutto di un matrimonio, a volte turbolento, tra suoni acustici e digitali, tra legno e plastica, tra modernità e tradizione, cercando un equilibrio che ha accompagnato la stesura di questo album e la mia stessa formazione musicale dal conservatorio ai club, dai violini alla stratocaster.» Giovanni Sarpietro Giovanni Sarpietro vive a Perugia ed ha origini umbro-sicule. Classe 1990, viene da una formazione classica, frequenta in giovane età il Conservatorio Morlacchi di Perugia, per poi dedicarsi agli ambiti musicali più disparati. Collabora con la compagnia “Arebur” di Liv Ferracchiati per la composizione e arrangiamento di musiche per il teatro e partecipa alla realizzazione di opere musicali appartenenti a diversi generi (Rock Brigade, Decostruttori Postmodernisti). Nel 2018, dopo aver vissuto in Inghilterra, vive una fase di forte esterofilia e inaugura il progetto elettro-pop “In Wave”, con il quale ha all’attivo un omonimo LP (In Wave, 2022), registrato a Torino presso il Punto V di Luca Vicini. Nel 2020, durante il periodo di lockdown, inizia a collezionare i testi e i brani che formeranno poi il cuore della sua produzione cantautoriale. Cominciano quindi a delinearsi i margini di un prodotto artistico di cui fa parte “SE QUALCUNO CI SENTE POI”, primo singolo del nuovo album. La produzione del brano e del disco è stata seguita da Salvatore Addeo presso gli Aemme Recording Studios. Contatti e social: https://linktr.ee/giovannisarpietro l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] Il nuovo progetto del producer e compositore Mariano Schiavolini Un brano corale, dedicato al Natale, alla pace e alle donne, ispirato alle sonorità della Motown. “Christmas letter” è una canzone di Natale, un’invocazione alla pace, all’armonia e allo stare insieme, ma è anche soprattutto un brano dedicato alle donne e ai loro figli.
«Sono moltissime le donne che per motivi differenti si trovano lontane da casa e sono obbligate a rinunciare alla famiglia in un giorno così importante. Penso in particolare a tutte le donne che vivono condizioni di difficoltà, immerse nei conflitti e nel dolore che generano. Questa canzone è dedicata a loro.» Aria Il testo, nato dalla penna dall’autrice e scrittrice di Cambridge Nicolette Turner, racconta di una mamma militare che è stata inviata in estremo oriente, presso un territorio di guerra, e scrive al proprio figlio promettendogli che farà tutto il possibile per essere presente a Natale e festeggiare insieme. A Christmas Letter, è una fusione tra musica soul e musica classica, con sonorità e arrangiamenti di ARIA che richiamano lo stile di George Gershwin. Lo sottolineano l’uso del clarinetto solista che accompagna la voce della cantante e gli archi armoniosamente dissonanti, tipici della musica atonale e nella musica sperimentale nei primi del 900. Il nuovo brano realizzato dal produttore e compositore polistrumentista è stato registrato in South Africa, nel famoso studio di registrazione Downtonw recording studios di Johannesburg, dove è stato girato anche il video. Una seconda parte della produzione è stata invece svolta al recording studios di Los Angeles da Jack Rouben, produttore di Gloria Gaynor, Aretha Franklin, Céline Dion, Earth, Wind & Fire. Alla registrazione del disco hanno preso parte la cantante afroamericana Sherita-o, The City of Prague Philharmonic con il violino solista della violinista Lucie Svehlova, oltre al coro macedone di voci bianche “Heruvimi” e un coro in lingua Zulù. Gli arrangiamenti orchestrali e l’orchestrazione sono stati realizzati da Aria. Aria è ambientalista e animalista, attivo sostenitore di diverse associazioni, tra le quali Animals Asia Foundation impegnata a porre fine all'allevamento di orsi nelle “fattorie della bile” allevamenti intensivi di orsi tibetani, detti anche orsi della luna, dove tali animali vengono rinchiusi in gabbie strettissime per estrarne la bile, ingrediente utilizzato nella medicina tradizionale cinese. Nel 2013 Aria ha realizzato il sito www.ilvolodellaquila.it, un progetto multimediale che unisce musica e protezione dell'ambiente, in cui propone spezzoni di video sul regno animale accompagnati dalle sue musiche. Usandola come punto di partenza, Aria ha creato una prospettiva toccante e a volte stimolante sugli animali, e il pubblico assiste ai momenti più belli della natura e ai pericoli creati dall'uomo che la minacciano. Con oltre 1,5 milioni di visualizzazioni, il progetto ha riscosso un enorme successo nell'educare sulle questioni ambientali con il potere della musica. Aria è forse meglio conosciuto come membro fondatore della band prog-rock italiana originale Celeste (soprannominata "i King Crimson italiani") ed ha una lunga e ricca storia in varie culture musicali. È un punto fermo del festival musicale di Sanremo, dove vive, ponendosi quale ponte tra il mondo della musica italiana e quella britannica. Il suo personale percorso musicale abbraccia la creazione della principale etichetta discografica rock italiana Dischi Noi (RCA Distribution), arrivando a collaborare con artisti del calibro di Kit Woolven (David Bowie, Thin Lizzy) e Nick Griffits (Pink Floyd, Roger Waters) e Daniel Boone (The Who, Kraftwerk), fino alla produzione di concerti su Rock at Midnight per Italia1 Tv. Aria è il nome d'arte di Mariano Schiavolini. Il concept e lo pseudonimo del nome sono nati come omaggio agli elementi della natura che ci ispirano a vivere e creare in armonia con ciò che ci circonda. Una volta che si perde il contatto con la natura non si è più sé stessi. Questa connessione, questo legame, è ciò che spinge Aria a dare vita a produzioni che spesso traggono una profonda ispirazione dal mondo naturale. Gli inizi di Aria sono stati molto più con i piedi per terra. Figura chiave della scena rock progressiva italiana e membro fondatore dei celebri Celeste (alias The King Crimson of Italy), Aria ha affinato la sua arte nei generi più sperimentali, collaborando anche con innumerevoli artisti e produttori del suo tempo: Kit Woolven, Nick Griffiths, Pete Hinton, Guy Bidmead, Daniel Boone, Simon Fraser, Dennis Herman e Will Reid Dick, per citarne alcuni. Negli ultimi anni Aria è tornato all'ovile, inserendosi nell'industria musicale con la musica “contaminata”. Con profondi temi lirici come la difficile situazione dei rifugiati in tempo di guerra, la devastazione dell'ambiente e la tragica scomparsa della fauna selvatica del nostro pianeta, fonde argomenti importanti con un melange di elementi musicali, come il rock progressivo, il soul e orchestre dal vivo. Collaborazioni più recenti sono il risultato di un recente viaggio in Sud Africa, dove Aria ha avuto il piacere di registrare con i membri della band della compianta Miriam Makeba, con Thuthukani Cele (di Lucky Dube fama) e il famoso Soweto Gospel Choir. Lo scorso 22 aprile è uscito sul mercato internazionale, a supporto dell’evento della Giornata della Terra, il brano The next life, facente parte del doppio singolo contenente Lady in white. The next life è una canzone dedicata all’ambiente e agli animali in estinzione, il cui testo è stato scritto dall’autrice e cantautrice di Los Angeles Britt Warner ed ospita l’interpretazione del giovane rapper e ambientalista americano Ray Reed, di Huston. Etichetta: Assieme www.instagram.com/ariathecomposer/ Sito web www.ariamusicworld.com l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] Il secondo album del cantautore marchigiano che si apre all’elettronica per raccontare mondi differenti Undici tracce che descrivono altrettanti limbi esistenziali, mete improvvise di un viaggio senza destinazione che si compone di personaggi, frasi, situazioni che cambiano la visione di partenza. Il titolo del disco vuole evocare la sensazione di un viaggio appena cominciato. La nascita di quella leggera vertigine che si insinua nell’anima quando colui che parte inizia a perdere il senso dei propri confini, sia geografici che identitari. In questa piccola crepa iniziano ad entrare le luci e le ombre degli altri. Nuovi mondi che, per essere veramente assaporati e vissuti, necessitano di questa perdita di ego e di sé. È una sensazione di pulizia, occhi nuovi che vorremmo avere anche aprendo quotidianamente l’uscio di casa.
Oltre ad attraversare tanti piccoli personaggi il disco esce anche musicalmente dai soliti confini del suo autore. Infatti, dopo il primo disco totalmente acustico e praticamente suonato live in studio, qui subentra una regia sonora che affianca al mondo degli strumenti reali, immancabile espressione delle radici di Lucio Matricardi, i suoni dell’elettronica. Soffusa, sottintesa, ma a tratti determinante nel sound. TRACK BY TRACK https://direzione816.wixsite.com/biografiedcod/matricardi Artista poliedrico che unisce nella sua arte la composizione, il teatro e la letteratura. Lucio Matricardi è originario di Porto San Giorgio, in provincia di Fermo e inizia a studiare pianoforte all’età di 4 anni. Dopo un lungo periodo di immersione nella musica classica si perfeziona tra gli altri con i maestri: Daniele Di Bonaventura (Bandoneonista di Paolo Fresu), Ramberto Ciammarughi, Greg Burk, Paolo Di Sabatino (collaboratore di Fabio Concato e Mario Biondi). Frequenta i corsi del Saint Louise College di Roma con il maestro Pierpaolo Principato (Direttore della sezione pianoforte) e musica d’insieme con il maestro Giovanni Mazzarino. Frequenta i corsi di perfezionamento in jazz ed improvvisazione con Jeff Ballard e Larry Grenadier (Brad Meldhau Trio). Frequenta i corsi di pianoforte di Phil Markovitz a Roma. (veterano della scena jazzistica internazionale). Partecipa ad un corso sul cantautorato con Riccardo Sinigallia (Tiro Mancino, Niccolò Fabi, Motta, Coez). Dal 2005 lavora come compositore per numerose produzioni teatrali e di cortometraggi. Nel 2013 realizza uno spettacolo, “Rimusicanze” in cui riscrive le musiche dei film muti “La Palla n.13” di Buster Keaton e “Charlot Boxer” di Charlie Chaplin. Nel 2008 è co-autore insieme all’attore e regista Mauro Macario di un Recital su Lèo Ferrè e Fabrizio De Andrè realizzato in numerosi teatri italiani. Nel 2014 partecipa come co-arrangiatore al disco di Antonio Felicioli “Flute Book 1” con lo storico sassofonista italiano Antonio Marangolo (Paolo Conte, Vinicio Capossela, Francesco Guccini). Nel 2016 esce il suo primo disco “Sogno Protetto”, un’opera cantautorale-musicale che ottiene un ottimo riscontro di critica e di vendita. Promuove il suo lavoro con più di cento concerti in tutte le maggiori piazze del centro Italia. Ha aperto i concerti di: George Moustaki, Jane Birkin, Juliette Greco, Susan Vega, Paolo Belli Big Band, Alex Britti, Dente, Di Martino, Giovanni Truppi e Mattew Lee. Nel 2019 inizia la collaborazione col regista Alessandro Negrini (Vincitore Golden Movie Award 2019, Malta International film festival 2019, Milano film Festival 2019, miglior regia al Palermo Sole Luna film festival 2019) che scrive e dirige il video della canzone “La Manna Dal Cielo”. Nel 2022 si esibisce in tour in varie piazze marchigiane (Fermo, Grottammare, Ortezzano, Belmonte) e al “Mugellini Festival” di Potenza Picena, prestigiosa rassegna dei più grandi musicisti classici attuali, con apertura ai compositori moderni. Il 18 novembre pubblica l’album “Non torno a casa da tre giorni”. Etichetta: Udedi Musica & Cultura https://www.facebook.com/luciomatricardiofficial?locale=it_IT https://www.instagram.com/lucio_matricardi/ YOU TUBE https://www.youtube.com/channel/UCnXkKSgctOJYUMAO0NvxT0A https://www.linkedin.com/in/lucio-matricardi-9760b1aa/ SITO WEB www.luciomatricardi.com l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] Il brano natalizio dell’artista milanese La più classica delle melodie per consolare chi si sente solo. Questa canzone dedicata al Natale e alla sua atmosfera magica arriva dopo tanto tempo, esaudendo un desiderio che è sempre stato nel cassetto creativo di Mr. Joy. Conserva uno spirito molto leggero, com’è nello stile dell’autore milanese, che affida al testo il vero messaggio del brano: un pensiero a chi è più solo. Chi ha perso un amore, chi sente la nostalgia di qualcuno che non c’è più, o chi semplicemente è lontano da casa può riconoscersi in questo brano che cerca, nella riproposizione di un suono tradizionale, il ricordo di un Natale passato.
Mr. Joy - alias di Andrea Robicci - nasce a Milano nel 1970, da una famiglia di importanti gioiellieri. A 17 anni si inventa il mestiere di Pr e la sua “bigiata party” fa storia nella “Milano da bere”. Diventa un creativo che anima i locali più “in” di tutta Italia e inizia parallelamente la carriera di cantautore e produttore. Mr. Joy esordisce a Milano all’Osteria della Musica in una serata improvvisata, che gli regala una nuova consapevolezza. Suona e riempie piazze e collabora con il Maestro Massimo Luca, chitarrista e produttore di Lucio Battisti, Grignani, Minetti, Moro e molti altri, arrivando in finale all’Accademia di Sanremo durante la direzione artistica di Pippo Baudo. Pubblica due singoli, poi dopo il tour con Radio Italia, incide il brano “Vivere” prodotto con Gabriele Fersini, chitarrista di Laura Pausini, Biagio Antonacci ed Eros Ramazzotti. Il 2 settembre pubblica “Pinocchio” brano dedicato alle maschere che ognuno indossa ogni giorno. Etichetta: G Records Facebook: https://www.facebook.com/mr.joy.music/ YouTube https://youtube.com/channel/UCzO1rWyRYLmnizSohG_EQAQ https://www.instagram.com/mrjoy.official/ Tik Tok https://www.tiktok.com/@mrjoy.music l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] La band pugliese torna sulla scena italiana raccontando con la loro musica una notte insonne dai risvolti esistenziali È un viaggio dentro sé stessi durante una notte insonne. Mentre la città dorme in un silenzio assordante e i pensieri si mischiano ai ricordi, i sogni alla realtà, ecco che emergono inesorabili le paure e le fragilità umane: il tempo che scorre, la paura di amare e di non essere amati, come se la notte mettesse a nudo le debolezze che di giorno siamo bravi a nascondere agli altri.
Ma al tempo dei social in cui mettiamo la nostra vita in vetrina e in cui ci sembra interessare solo il giudizio degli altri, basta una notte insonne per scendere da quella vetrina e immergerci in noi stessi, lasciare quel mondo che corre parallelo alla nostra vera personalità per sentirsi vuoti, soli e impauriti come un cane a Shangai. La band “Le Ipotesi” nasce verso la fine del 2019 nella città di Foggia da un’idea di Marcello Milano, chitarrista reduce dall’esperienza decennale tra le fila degli Abbey Road (famosa tribute band dei Beatles riconosciuta come tribute ufficiale dell’associazione Beatlesiani d’Italia), con una partecipazione ad X Factor e centinaia di live. Si aggiungono in formazione: Antonio Pelullo, cantautore, pianista e principale compositore della band, con alle spalle esperienze in studio e una partecipazione ad Area Sanremo 2019; Pietro Di Taranto, bassista dallo stile solido, influenzato principalmente dalle band della British invasion; Carlo Guidone, chitarrista autodidatta dalle ottime qualità sia ritmiche che solistiche, anch’egli autore dei brani della band, si distingue per le spiccate qualità compositive; Luigi Tambascia, il più giovane della band, ma già affermato batterista della capitanata. La band si basa sull’idea comune di produrre musica originale, in linea con le influenze di ciascun membro e soprattutto al passo con le nuove influenze radiofoniche. Il debutto della band foggiana “Le Ipotesi” è nel 2020 con “Siediti Qui”, singolo della band scritto da Antonio Pelullo e accompagnato dal videoclip ufficiale diretto dal talentuoso giovane regista Davide Lupi. A dicembre 2020 esce in esclusiva per IFB, “La Bestia”, disponibile sulle piattaforme digitali e che in poco meno di tre minuti di efficaci note catchy racconta con sensibilità attuale il difficile tema dell’isolamento inteso come solitudine interiore. Nel 2021 esce “Una Storia a tre”, brano intriso di fresco e moderno pop-rock che “rappresenta l’evoluzione della band dal punto di vista stilistico e compositivo, affrontando il tema di una storia complicata che suscita curiosità grazie ad un susseguirsi di emozioni inaspettate”. Ad aprile del 2022 pubblicano “Odessa”, brano in cui la band foggiana si confronta con il dramma della guerra che sta sconvolgendo l’Europa con un video firmato da Nicky dell’Anno e la produzione, registrazione, mixing e mastering presso Croma Production Studio a cura di Feliciano Chiriaco. https://www.facebook.com/leipotesiofficial/ https://www.instagram.com/leipotesiofficial/ SPOTIFY https://open.spotify.com/artist/5PCFzNeI3ObIQBfp3SK55W?si=XCY20lCXT8qXzA95yY13dw YOUTUBE https://www.youtube.com/channel/UC395e0R0gYsGuEWVd3nwAaw Il nuovo singolo del cantautore romano Un brano che vuole evocare la nostalgia di casa. Se Dovessi Mai Partire è un pezzo che vuole evocare nell’ascoltatore la nostalgia di casa, in particolare di Roma che si lascia alla volta di nuove mete. La tematica del viaggio, che sia per studio, lavoro o altro motivo, è centrale nella vita dei ragazzi di questi anni, e viene raccontata attraverso gli occhi di un ragazzo innamorato della sua città.
Vince è un cantautore, producer e chitarrista della scena indie/rap romana. Classe ‘96, cresce nella zona Trieste-Salario, cominciando come chitarrista in svariate band punk già all’età di 14 anni. Crescendo si avvicina al rap ed alla produzione di beat hip hip, sulla scia di artisti della, allora, scena underground come Coez, Noyz Narcos, Salmo, Primo, etc… Una volta finito il liceo consegue una laurea in Lettere Moderne alla Sapienza e intraprende il percorso di studi in Composizione per Colonne Sonore presso il Conservatorio di musica moderna “Saint Louis”. Nel mentre la sua carriera musicale vira nella direzione di cantante solista con lo pseudonimo “Vince”, con sonorità vicine all’indie, ma sempre influenzate dal rap e dalla musica cantautorale italiana con cui è cresciuto. Si avvicina a Peter White e Dorian Kite, con la canzone “Narghilè”. Etichetta: Orangle Srl - www.oranglerecords.com SPOTIFY https://open.spotify.com/artist/3ysyhw4Dkg7F9BaUWE2umD?si=QGH_9xHoRPi6V5R3b8JXlg https://www.instagram.com/vince_lion/ TIK TOK https://www.tiktok.com/@vincelion96?_t=8Wqyx8uJqEf&_r=1 YOUTUBE https://youtube.com/channel/UCOiicUpwb0lcW9TAIG6ahfQ l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] Il nuovo singolo del giovane cantautore genoveseUn testo rap su una base pop rock per desiderare un po’ di ottimismo. “Ti Va Di Farmi Felice?” è forse la traccia più originale del progetto musicale di Jelo, forte di un contrasto tra la parte strumentale rivolta al pop rock e la parte del testo interpretata con una matrice rap, soprattutto nelle strofe. Alla base l’ottimismo di chi ha capito che la sofferenza, pur avendo un ruolo nella vita non è tutto, ed un sorriso può generare felicità.
«La frase che più rappresenta il mio obiettivo personale è attribuita a John Lennon e dice: “A scuola mi chiesero cosa volessi fare da grande e risposi essere felice; mi dissero che non avevo capito l’esercizio e io risposi loro che non avevano capito la vita”». Jelo Il pezzo anticipa l’uscita del nuovo Ep - “Sintesi” - del quale sono già stati pubblicati i singoli “Razionale” e “Per cosa tremi?”. Jelo è una parte di Luca Hardonk, nato a Genova alla fine del 2002. Inizia a scrivere durante l’adolescenza, in un periodo burrascoso e di abbandono scolastico e, seppur questa sorta di “insicurezza” lo accompagna ancora, ha imparato a conviverci ed a farne la propria forza. Cresce ascoltando il cantautorato italiano, il rock ed il pop, successivamente si avvicina al mondo trap e al rap, Ghali e Gemitaiz prima e Izi, Ernia e Madame, poi. Etichetta: Koolbeat SPOTIFY https://open.spotify.com/artist/4OQMQOFVddCIdMNl7SfXol?si=u6lq5lviTja0ZGkT_7cX4Q&nd=1 https://www.instagram.com/jelo.cvlto/ l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] Il brano che meglio incarna la filosofia “Double one” dell’album eponimo da cui è estratto Una nuova versione di una canzone nata classic rock e diventata essenziale, immediata e graffiante. “L’uomo sbagliato” è una canzone che nasce esattamente vent’anni fa, ma con un destino unico. Il brano, scritto per raccontare un amore combattuto, è nato nel periodo rock di Castano Shock ma la versione attuale, riarrangiata double one strizza l’occhio alla versione primordiale conferendo un suono granitico e “diverso” incentrato su essenzialità e immediatezza. L’essenzialità dello strumento e della filosofia su cui il cantautore genovese ha basato tutta la sua ultima produzione si costruisce su brani “snelli” ma non svuotati, caratterizzati da ritmi arricchiti da tocchi inaspettati tipici del jazz o della musica progressive.
Uno strumento double one, infatti, è uno strumento musicale che ha solo due corde, nello specifico due corde di MI accordate all’unisono. Dicono di “Double One” «Castano Shock, al secolo Max Bellia, ridisegna la sua musica e lo fa con una filosofia double one, il suono e la forma raggiungibili soltanto da due corde di chitarra. Come suona questo disco eponimo dunque “Double One”? Suona che non ha bisogno di altro…» Just Kids Magazine «Visionario da un estremo, pop dall’altro. Rock su tutto. Che poi da una chitarra che ha solo due corde dovremmo attenderci un tessuto melodico assai scarno o quantomeno ripetitivo… e invece “Double One” non smette di tener teso il tiro lungo tutti gli 11 inediti che troviamo in tracklist.» Onde Indipendenti «Un pop rock anni ’90 dal grande appeal alternative e underground che nasce sostanzialmente da riconfigurare tutto la scrittura dentro le due corde soltanto. E qui l’invito ad indagare meglio quanto mondo arriva dentro le righe di questo modo di pensare al suono e alla scrittura…» 100 Decibel Castano Shock, alias Max Bellia, artista visionario genovese, ha all’attivo 6 dischi autoprodotti. Il settimo, intitolato Double One è uscito il 15 luglio 2022. Castano comincia a comporre musica inedita fin da giovane, negli anni ‘90. Per diversi anni suona cover, accantonando le sue produzioni inedite, ma nell'autunno del 2005, tornato in Italia dopo una lunga tournée in Sud America con la Stars band, insieme ad un suo amico d’infanzia fonda i Ginger Fashion, un progetto musicale in bilico tra la house/funky music e il blues. Qualche anno dopo i Ginger Fashion virano al rock elettronico, ponendo le basi per quello che diverrà il progetto cardine di Castano ovvero i Castano Shock. Il primo Ep del 2013 è in inglese - Under a shower of light - dall’impronta rock wave con sfumature elettroniche. Nel 2014 la band si scioglie e Castano decide di proseguire nella carriera solista autoproducendo il suo primo disco: Demoni. Nel 2015 è l’anno di Paradossi Eterodossi, mentre nel 2016 pubblica Sono un alieno. Nel 2017 è la volta del disco Nato ancora seguito l’anno successivo da Soluzione. Nel 2020 è l’anno di Porno spam e del lavoro su un nuovo album in cui abbandona le sonorità esplorate finora. Il nuovo corso verte su una filosofia ideata da lui stesso: la “double one”. Lo strumento double one è uno strumento dalle sembianze di una chitarra, ma ha solo due corde uguali accordate all’unisono. Il disco, che prende il nome da questo nuovo strumento, ha dei testi che mantengono il piglio e la sagacia dei precedenti, sempre in bilico tra l’ironia e la riflessione, mentre gli arrangiamenti sono votati all’essenzialità, espressi dalla double one. Etichetta: imusician YOUTUBE https://www.youtube.com/user/castanomax1/videos https://www.instagram.com/castano_shock/?igshid=YmMyMTA2M2Y= SITO www.castanoshock.com l’altoparlante – comunicazione musicale www.laltoparlante.it [email protected] |
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October 2024
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